la casa della biblioteca

    Se potessi scegliere cosa ricordare nella mia vecchiaia, una delle cose sarebbe la casa della biblioteca. Mia zia è stata bibliotecaria per gran parte della sua vita. La maggior parte viveva con mio zio e i miei cugini nel bellissimo edificio art déco di una biblioteca di San Paolo al centro di una piazza con alberi frondosi e splendidi giardini. L'edificio a due piani aveva un tramezzo che separava la casa del bibliotecario dalle stanze dove erano conservati i libri. Ricordo ancora la prima volta che, contrariamente ai consigli di mia zia, entrai nella grande nave.



    Nel soggiorno della casa c'era una porticina, nel sottoscala, che immetteva in una stanza, chiamata da tutti il ​​"buco del giaguaro". Lì, tra le altre cose, c'erano i giocattoli dei miei cugini. Mini cucina attrezzata con fornelli e pentole, piatti e forchette in plastica, bambole, peluche, carrozzine e altre meraviglie che hanno reso i pomeriggi dei nostri giochi di casa. Abbiamo aperto la porta, allestito la cucina e passato la giornata a fare avanti e indietro nel serio compito del gioco.

    la casa della biblioteca
    Zolotaosen di Getty Images/Canva

    Ma, nella tana del giaguaro, c'era qualcos'altro, avvolto dal mistero: la seconda porta. Attraverso di essa, alle ragazze che giocavano con le bambole era vietato passare. Una volta, inavvertitamente e con molta cautela, ho forzato la maniglia – che, in quel momento, era sopra la mia testa – e, con il fiato sospeso, ho attraversato il portale proibito.

    L'importanza di ciò che sarebbe successo solo anni dopo l'avrebbe saputo. Dietro quella porta c'era prima di tutto un odore che ancora oggi mi arriva alle narici; poi un silenzio, profondo, che ancora mi riempie l'anima di intensità e che non è mai stato superato da nessun altro. Finalmente, nell'atmosfera diafana della camera, apparvero i libri. Scaffali scuri, solidi e sobri, con i loro volumi rilegati in rosso, blu o marrone, lettere dorate in strani simboli, per me allora indecifrabili.



    la casa della biblioteca
    StockSnap / pixabay

    Attraversando il luccicante pavimento in parquet, intrecciato a squame di pesce, tra tavoli scuri e lucidi, con passi esitanti, entrai, per la prima volta, in un universo sconosciuto che sarebbe diventato il mio posto preferito lontano da casa nel mondo per tutta la mia vita .vita: la biblioteca. Sentire l'intensità dello svuotamento dei pensieri e dei movimenti calmanti, nelle stanze silenziose di una grande biblioteca è un esercizio che nutre la mia anima. La sensazione è simile a quella che si prova entrando in una foresta di alberi maestosi.

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    Ora, lontano dalle grandi biblioteche, sono colpito da questa diagonale, la biblioteca-casa delle bambole, nella mia vita. Mi guardo intorno e vedo, qui, nella mia casetta, la cucina-soggiorno piena di libri. Penso che cucinare e riordinare la casa, mentre leggo e scrivo, sia una routine che mi piace da molto tempo. L'esperienza vissuta nella prima infanzia, nello spazio del sottoscala, tra la casa e la biblioteca, era una componente costitutiva dei modi di esistere? Questa casetta tra i libri potrebbe essere stata la mia infanzia "per sempre"?



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